Mutui più accessibili: arrivano i nuovi accordi di Basilea

mutui più accessibili

Con l’introduzione delle norme di Basilea 3+, il processo per ottenere prestiti sarà sempre più semplice. Nella ripresa della domanda di mutui, agevolata dalla diminuzione dei tassi di interesse, le nuove modifiche pubblicate dall’UE incrementano il trend.

Mutui più accessibili, minori restrizioni e un processo di accesso al credito più snello, sia per i privati che per le aziende: è l’effetto delle recenti modifiche pubblicate dall’Unione Europea e introdotte dagli accordi di Basilea.

Vediamo di cosa si tratta.

Il contesto degli accordi di Basilea

Dopo la crisi finanziaria globale del 2007-2008, l’Europa ha adottato una serie di regolamentazioni internazionali, note come accordi di Basilea, per assicurare che le banche mantengano livelli adeguati di capitale e liquidità.

Queste regole, ora arrivate alla quarta versione con Basilea 3+, mirano a rafforzare la stabilità del sistema finanziario, gestendo meglio il rischio di credito e di mercato a cui le banche sono esposte.

Le regole di Basilea 3+ aggiornano gli standard relativi ai requisiti di capitale per le banche, introducendo criteri meno rigidi per il capitale e facilitazioni per il credito all’economia. Una novità rilevante è l’introduzione dell'”output floor,” ovvero una soglia minima di rendimento.

I 3 principi chiave

Gli accordi di Basilea si fondano su tre pilastri principali:

  • Requisiti minimi di capitale per le istituzioni finanziarie, per garantire una solida base patrimoniale.
  • Valutazioni interne del capitale per assicurarsi che le banche siano in grado di gestire qualsiasi rischio.
  • Obblighi di trasparenza, richiedendo alle banche di pubblicare informazioni rilevanti per il pubblico.

La terza versione di Basilea, così come la più recente 3+ che entrerà in vigore nel 2025,  ha richiesto alle banche di divulgare dettagli sulle proprie pratiche di gestione del rischio, per promuovere la trasparenza e la disciplina di mercato.

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Mutui più accessibili: le novità introdotte

Una delle principali innovazioni di Basilea 3+ è la soglia minima di rendimento, che stabilisce un limite inferiore ai requisiti di capitale delle banche, fissato al 72,5% rispetto ai modelli standardizzati.

La misura mira a ridurre la possibilità che le banche abbassino eccessivamente i loro requisiti patrimoniali, rendendo le regole più omogenee a livello internazionale.

Oltre a questo, le nuove regole includono disposizioni per un regime prudenziale temporaneo per le criptovalute e norme volte a migliorare la gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance (ESG). L’intento è quello di adattare le normative globali alle specificità del contesto bancario europeo.

Sono previste anche alcune eccezioni alla soglia minima, come un trattamento agevolato per i crediti immobiliari considerati a basso rischio, prestiti a imprese senza rating e finanziamenti specifici per determinati tipi di progetti.

Le prospettive future

Il Consiglio Europeo ha approvato le nuove normative che completano l’integrazione degli accordi di Basilea 3 nel quadro giuridico dell’Unione Europea. Queste norme aggiornano la direttiva sui requisiti patrimoniali, rendendo le banche più solide e, di conseguenza, più propense a erogare prestiti ai consumatori.

Le nuove norme contribuiranno a rendere il sistema bancario europeo più resiliente e sostenibile, in grado di affrontare sfide economiche e le transizioni verso un’economia verde e digitale.

La posizione dell’ABI

Anche l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha accolto positivamente le modifiche, apprezzando soprattutto le facilitazioni per la gestione dei crediti deteriorati e il supporto alle piccole e medie imprese (PMI).

Tuttavia, l’ABI ha espresso preoccupazioni riguardo all’aumento dei requisiti di capitale e alla nuova gestione dei rischi operativi. Tra le novità più rilevanti ci sono l’ampliamento dell’uso dei terreni agricoli come garanzia per i finanziamenti e l’eliminazione degli accantonamenti per le partecipazioni in Banca d’Italia.

Gli Stati membri dell’UE hanno 18 mesi di tempo per adeguare le proprie legislazioni alle nuove direttive, che entreranno in vigore il 1° gennaio 2025, con alcune disposizioni anticipate a partire dal 9 luglio prossimo.

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