La direttiva Case Green dell’Unione Europea, dopo un iter lungo e non privo di insidie, sta per entrare in vigore: il suo testo definitivo verrà approvato dal Parlamento Europeo a metà marzo, per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo un’ultima revisione da parte del Consiglio dei Ministri.
Vediamo cosa prevede la direttiva che ha l’obiettivo la riqualificazione energetica degli edifici in tutta Europa.
Tutti gli step verso il 2050
L’obiettivo dell’Europa, così come stabilito dall’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), è quello di ridurre le emissioni dannose dell’UE, per arrivare a emissioni zero entro il 2050, tramite il rinnovamento del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.
In base alla direttiva Case Green, ci si arriverà in modo graduale, con molteplici obiettivi intermedi.
Entro il 2030 per i nuovi immobili
A partire dal 1° gennaio 2030, tutti i nuovi immobili residenziali dovranno essere privi di emissioni da combustibili fossili, mentre per gli edifici non residenziali l’obbligo scatterà dal 1° gennaio 2028.
Gli step per le riqualificazioni
La riduzione del 55% dei consumi energetici dovrà essere ottenuta tramite la riqualificazione degli immobili già esistenti, a partire da quelli con le prestazioni energetiche più basse: almeno il 15% degli immobili non residenziali dovranno essere ristrutturati entro il 2030, e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033.
Gli immobili residenziali più inquinanti dovranno ridurre i consumi energetici medi del 16% entro il 2030, con un aumento al 20-22% entro il 2035.
Per gli edifici non residenziali, entro il 2033 la riduzione dei consumi energetici dovrà essere del 16% entro il 2030 e del 26% successivamente.
Le esenzioni
La Direttiva Case Green prevede alcune categorie di edifici esentati dall’obbligo di effettuare interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.
Gli edifici soggetti a vincolo per il loro particolare pregio storico e/o architettonico, quelli adibiti a scopo religioso, quelli temporanei (ad esempio stabilimenti balneari, uffici di cantiere), le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, gli immobili situati in zone vincolate e protette, quelli autonomi con una superficie inferiore a 50 metri quadrati e gli edifici di edilizia residenziale pubblica, potranno essere esentati dalle ristrutturazioni.
Gli interventi
Tra gli interventi previsti dalla direttiva Case Green, rientrano la coibentazione dei tetti, la sostituzione delle finestre e gli aggiornamenti degli impianti di riscaldamento.
Inoltre, sono inclusi interventi di messa in sicurezza antisismica e ristrutturazioni generali.
Più discrezionalità agli Stati Membri
La nuova disciplina conferisce maggiore autonomia ai Paesi membri, che potranno selezionare gli edifici da riqualificare, definire le misure da adottare e decidere eventuali esenzioni.
Rispetto alla versione precedente del testo, l’Europa si limita a delineare il quadro generale, lasciando ai singoli paesi membri la libertà di stabilire le proprie priorità.
Secondo il nuovo testo, l’efficienza energetica degli edifici non sarà più valutata tramite la certificazione energetica, ma attraverso obiettivi medi specifici per ciascun Paese, basati sul patrimonio edilizio, sul sistema nazionale di classificazione energetica e sulle strategie di ristrutturazione adottate.
La Direttiva Case Green in Italia
Gli edifici esistenti coinvolti dalla direttiva Case Green costituiscono complessivamente il 43% degli immobili meno recenti: in Italia parliamo di circa12 milioni di edifici, di cui 5 milioni si trovano nelle condizioni più critiche.