Ci siamo accorti tutti che le case, rispetto a 10/15 anni fa, costano di meno.
Ma perché?
E soprattutto è una cosa positiva per chi vuole comprare? Proviamo ad analizzare insieme cause ed effetti.
Domanda e offerta
Il mercato immobiliare, come qualsiasi altro mercato, è formato da domanda e offerta. La domanda nel nostro caso è formata dalle persone che vogliono comprare casa.
La possibilità delle persone di acquistare immobili dipende fondamentalmente da:
- Capacità di accedere al mutuo;
- Situazione economica nazionale e, strettamente collegata ad essa;
- Situazione economica personale (potere d’acquisto).
Come ben sappiamo, l’Italia si trova ad affrontare un’importante crisi economica che il Covid19 non ha di certo aiutato a risollevare, anzi. Ottenere un mutuo in banca diventa sempre più difficile.
Data la mancanza di liquidità gli istituti di credito cercano di tutelarsi chiedendo sempre maggiori garanzie.
Per colpa dell’instabilità generale le banche chiedono avanti ingenti somme di denaro (che le persone spesso non hanno) o in alternativa dei garanti (che anche in questo caso bisogna essere fortunati a possedere).
In sintesi, siccome gli italiani hanno meno soldi, le banche sono più caute a concedere mutui.
Dall’altro lato, al giorno d’oggi, sono in pochi a pensare all’idea del mutuo.
Il primo pensiero consiste, infatti, nell’assicurarsi che la propria azienda rimanga quanto meno aperta nell’immediato futuro.
Dulcis in fundo il potere d’acquisto in base agli stipendi medi è notoriamente in calo.
Non per niente la frase che ormai sentiamo ripetere più spesso è “si fa fatica ad arrivare a fine mese” che tradotto significa che l’idea di riuscire ad accumulare qualcosa da mettere da parte è semplicemente infattibile.
Passiamo ora ad analizzare l’offerta, ovvero le case presenti sul mercato.
Come per qualsiasi altro oggetto, il prezzo degli immobili è direttamente proporzionale alla quantità. Più una cosa è rara, quindi difficile da reperire, più il prezzo aumenta.
Purtroppo, per tutti i motivi sopra citati riguardanti la domanda, il numero degli immobili invenduti presenti sul mercato continua ad aumentare.
Per la legge che governa il mercato quindi, questo significa che il prezzo delle case è in diminuzione (esubero di case invendute e necessità di deprezzarle per vendere in fretta).
Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda il cambio generazionale.
La generazione precrisi riusciva ad acquistare immobili più agilmente grazie a un mercato del lavoro solido, un forte potere d’acquisto (riuscire a mettere soldi da parte era la norma e non un miraggio come oggi) e una maggior disponibilità delle banche a concedere mutui, dove la richiesta di erogazione al 100% rappresentava l’eccezione e non la regola.
I figli della crisi invece, data la precarietà del lavoro che li contraddistingue, la necessità di cambiare spesso zona di lavoro, preferiscono optare per situazioni abitative diverse.
Di conseguenza le nuove case in costruzione vanno a sommarsi a tutti gli immobili della generazione precrisi, ampliando a dismisura il parco-case.
Ovviamente dove si può si opta per una casa di ultima generazione, con tutti i benefici che esse comportano in termini di comodità e risparmio sul lungo periodo (basti pensare alla sola convenienza energetica). Questo rende sempre più difficile vendere le case “datate”.
Altra questione su cui pochi si soffermano è la questione “matrimoniale”.
Prima era cosa rara per non dire rarissima vedere una persona “single” acquistare casa, la casa notoriamente arrivava in seguito alla decisione di sposarsi e mettere su famiglia.
I giovani d’oggi invece sono sempre più indipendenti e anche se si è allungata l’età media in cui ci si sposa e si mette su famiglia, spesso la prima casa viene acquistata da soli, questo comporta l’acquisto di una casa più piccola e anche più economica, ecco perché le grandi case si vendono in tempi più lunghi e se ne trovano di più in circolazione (oltre alla già citata difficoltà di accedere al mutuo per una persona sola e quindi molte volte il doversi accontentare di importi minori).
Oggi conviene comprare?
Come in tutte le situazioni, bisogna imparare a vedere il bicchiere mezzo pieno.
La buona notizia è che per le persone ancora interessate a comprare e che si trovano soprattutto ad avere una buona base di partenza, che può essere un appartamento da vendere in vista di acquistarne uno più grande o passare a una situazione indipendente come può essere una villetta, la possibilità di acquistare a un prezzo più basso rispetto al passato è concreta.
Se prima vendendo un trilocale non si poteva aspirare a comprare una villetta, oggi è possibile!
Quindi questo è un ottimo momento per acquistare, contando anche che i tassi d’interesse sui mutui sono estremamente vantaggiosi dato che sono scesi in alcuni casi addirittura sotto lo 0,5% (MAI COSÌ BASSI!), mentre prima della pandemia si attestavano intorno all’1,5%, quindi si parla di pagare un terzo dei tassi abituali. A contribuire a questo abbassamento dei tassi, tra le altre cose, l’agguerrita concorrenza tra le banche per accaparrarsi gli ultimi clienti rimasti.
Altro punto favorevole di recente stanziamento, l’istituzione del Fondo di Garanzia Prima Casa. Per sopperire alle difficoltà di ottenere un mutuo al 100%, lo Stato si è fatto garante per ottenere il mutuo CONSAP, un tipo di finanziamento per l’acquisto della prima casa assistito appunto dalla Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici S.P.A società in house del Ministero dell’Economia e delle finanze).
A beneficiarne sono soprattutto giovani coppie, giovani under 35, single con figli minori, che sono le cosiddette categorie “deboli” citate inizialmente con le difficoltà maggiori ad ottenere un mutuo con le abituali garanzie richieste.
Ricordiamo che questo articolo è frutto di un’analisi generalizzata, che non tutte le considerazioni sono da intendersi esatte su tutto il territorio nazionale, per esempio, ci sono zone che soffrono meno il calo dei prezzi come Milano.
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